Chi siamo

Cambiare


Il nostro corpo è la nostra casa. Ogni rumore che sentiamo è qualcosa che si sposta dentro di noi e cerca una giusta collocazione. Nello spostamento c'è fastidio, dolore fisico, malessere fisiologico. Il fastidio possiamo definirlo come un eccesso di energia. il dolore fisico lo chiameremo sentimento. Il malessere rappresenta lo squilibrio di un metabolismo. Tutto questo ha un unico significato: voglia di cambiare. Il fastidio, il dolore e il malessere si risvegliano in noi per avvisarci che è giusto il momento di cambiare e ciò che provoca dolore è la ruggine del rancore.

Io sono chi voglio essere...

Nel cambiamento il dolore non esiste più, esiste solo il volere. Tra il dovere e il volere vi è una porta, quella della coscienza. Difficile è varcarne la soglia, ma solo dopo averla superata ci si rende conto che, in fondo, era semplice. A volte crediamo di non voler cambiare poiché conosciamo solo il presente, il nostro modello conosciuto, e, non sapendo come potrebbe essere il nuovo modello ne abbiamo paura. Per questo temiamo il futuro: non ne conosciamo il contenuto. Forse le nostre paure esistono perché non abbiamo conoscenza di cosa c'è sepolto nel nostro corpo. Eppure i nostri muscoli ci hanno costruito e conoscono la fatica della crescita. Le ossa ci hanno sostenuto e conoscono i nostri punti deboli. La crane ci ha protetto e sa dove non siamo stati nutriti. I vasi ci hanno informato, ma noi non li abbiano ascoltati. La cute ci ha rivestito e ci ha ricordato dove siamo stati insultati. Sanno tutto di noi. Hanno ascoltato le nostre grida, le nostre verità, i nostri bisogni. Hanno raccolto le nostre lacrime e vibrato per le nostre paure.

Il nostro corpo conosce la parte più vera di noi. Forse siamo noi a non conoscere il nostro corpo. Ci segue dalla nascita, anzi, dapprima di questa. Senza renderci conto lo abbiamo adattato alle pressioni sociali. Confuso, il nostro corpo si è adeguato come ha potuto ed in certi punti deboli si è deformato. E' così che ci ha protetto e l'immagine di oggi non è solo il frutto del nostro comportamento: è il risultato di ciò che anche altre persone hanno contribuito a costruire. 

"il mio compito di operatore è far vibrare ciò che non è stato riconosciuto. Portare alla luce la coscienza attraverso la coscienza. Per cambiare."






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